La pielonefrite è un’infiammazione acuta o cronica delle vie urinarie che interessa i reni e colpisce prevalentemente le donne. E’ causata nella maggioranza dei casi dal propagarsi di un’ infezione ascendente dalle vie urinarie per proseguire ai reni. Raramente i reni possono infettarsi a causa della presenza di batteri nel flusso sanguigno o nella linfa (solo nel 5% circa dei casi). 

Quali sono le cause ed i fattori aggravanti della pielonefrite?:

  • La maggior parte dei casi di pielonefrite inizia come infezione delle vie urinarie, soprattutto cistite e prostatite, da microrganismi intestinali che entrano nel tratto urinario, come ad esempio Escherichia coli (nel 70-80% dei casi) ed Enterococcus faecalis
  • L’ Escherichia coli può invadere le cellule “ad ombrello” della parete vescicale per formare dei biofilm (aggregazione complessa di microrganismi). I biofilm sono resistenti alle risposte del sistema immunitario e alla terapia antibiotica tanto da rappresentare una possibile causa di una infezione urinaria ricorrente e di pielonefrite.
  • La pielonefrite contratta in ospedale può essere dovuta a batteri comuni resistenti o ad altri organismi meno comuni (Pseudomonas aeruginosa e Klebsiella). 

Diversi sono i fattori che predispongono alla pielonefrite: 

  • Essere donna:

La pielonefrite è più comune nelle donne che negli uomini: le donne hanno un’ uretra più corta rispetto agli uomini, inoltre durante la gravidanza, l’utero dilatato comprime l’uretere, ostruendo in parte il normale flusso urinario e creando ristagno di urina in vescica. Altri fattori, che rendono la donna maggiormente esposta sono le modificazioni ormonali ed i traumi uretrali durante i rapporti sessuali.

  • Ostruzione del flusso urinario:

In un soggetto con vie urinarie sane, generalmente, la risalita dei batteri fino ai reni viene evitata dal flusso normale dell’urina che allontana i microrganismi e anche dalla chiusura degli ureteri nel punto d’ingresso in vescica. Tuttavia, qualsiasi tipo di ostruzione del flusso urinario, come un’anomalia strutturale, un calcolo renale, la prostata ingrossata o il reflusso vescico-ureterale, aumenta la probabilità di pielonefrite.

  • Uso di catetere o di stent ureterali:

Durante l’inserimento di un catetere, i batteri possono essere trasportati in vescica. Anche gli stent ureterali (piccolo tubo inserito nell’uretere per prevenire o risolvere l’ostruzione del flusso d’urina proveniente dal rene) oppure le procedure di drenaggio (nefrostomia) possono aumentare il rischio di insorgenza della pielonefrite. Inoltre, un catetere in situ favorisce nella donna la colonizzazione peri-uretrale con la flora microbica fecale e la migrazione di tali batteri dall’uretra alla vescica con conseguenti infezioni. Nell’uomo, invece, questa colonizzazione non si verifica ma la migrazione di batteri può avvenire tramite il lume del catetere stesso. 

  • Certe patologie in corso:

Il rischio e la gravità della pielonefrite aumentano nei soggetti con diabete o con un sistema immunitario indebolito. La pielonefrite è generalmente causata da batteri, ma raramente può anche essere causata da tubercolosi, da infezioni micotiche o da virus.

I sintomi della pielonefrite sono:

  • brividi, febbre elevata, dolore in sede lombare unilaterale o bilaterale, nausea e vomito. A volte i muscoli dell’addome sono fortemente contratti.
  • spesso la pielonefrite presenta anche i sintomi di infezione delle basse vie urinarie come frequenza urinaria, disuria (emissione di urine con difficoltà) e dolore alla minzione. Le urine sono torbide per la presenza di cellule o batteri (batteriuria).
  • Nella pielonefrite cronica, il dolore può essere vago e la febbre può essere intermittente o non comparire affatto.

La diagnosi della pielonefrite:

  • Con l’esame microscopico di un campione urinario vengono conteggiati i globuli rossi e bianchi e i batteri
  • Con l’Urinocoltura: i batteri prelevati da un campione di urina vengono coltivati in laboratorio per identificare il numero e il tipo di batteri
  • Con esami di diagnostica per immagini: con l’ecografia o con la tomografia computerizzata elicoidale. Questi esami vengono eseguiti solo in caso di colica renale, in mancanza di risposta al trattamento antibiotico entro 72 ore, in caso di recidiva o di ricorrenza e negli uomini.

Il trattamento della pielonefrite acuta (non complicata):

La pielonefrite viene trattata da terapia antibiotica (per 5-14 giorni) sulla base dei risultati del urino-coltura e della gravità della malattia.

Negli uomini in cui l’infezione è causata da prostatite il trattamento può durare fino a 6 settimane. In caso di pielonefrite recidiva o ricorrente si raccomanda di assumere ogni giorno una piccola dose antibiotica a lungo termine.

La prima forma di prevenzione della pielonefrite acuta si basa sulle seguenti azioni:

  • Prevenire e trattare la cistite: la prevenzione, il trattamento e lo sradicamento di ogni infezione delle basse vie urinarie (cistite). In donne con almeno tre episodi di cistite nel corso di un anno, andrebbe preso in considerazione un trattamento profilattico per eliminare l’incidenza di una eventuale  infezione recidivante. 
  • Eliminare eventuali ostruzioni al deflusso dell’urina (calcoli renali, stenosi, …).
  • Eliminare altri fattori predisponenti.

Come prevenire la cistite:

  • Favorire l’ idratazione: bere molti liquidi, soprattutto acqua e infusioni, può contribuire a rimuovere i batteri del tratto urinario, aumentando la frequenza della minzione. Andrebbero evitati caffè e alcol, in quanto possono aggravare il bisogno urgente di urinare e favoriscono la disidratazione.
  • Urinare frequentemente: evitare di trattenere la minzione quando si sente il bisogno di urinare. Inoltre è molto importante svuotare la vescica subito dopo un rapporto sessuale, poiché ciò favorisce l’allontanamento di eventuali batteri.
  • Curare l’igiene intima: in particolare dopo il rapporto sessuale e durante il periodo mestruale, per evitare la diffusione di batteri dalla regione perianale al vestibolo vaginale e all’uretra. Evitare l’uso di prodotti troppo aggressivi nella zona uro-genitale, come gli spray deodoranti o le lavande vaginali che possono provocare irritazione.
  • Rispettare le misure di sicurezza igienica in caso di uso di catetere: nella particolare situazione in cui è necessario fare uso di questi dispositivi è importante che siano rispettate le misure di sicurezza igienica, durante la posa, la sostituzione e la manipolazione. 
  • Usare un trattamento profilattico per prevenire le infezioni urinarie: già dai primi episodi di cistite non complicata le Linee Guida consigliano di mettere in atto delle azioni efficaci per evitare le possibilità di recidive iniziando tempestivamente una profilassi non antibiotica con degli integratori naturali. Questi prodotti contengono il D-Mannosio ed altre sostanze naturali avente una comprovata e documentata azione benefica in caso di cistite (Mirtillo rosso, Uva Ursina, N-Acetilcisteina, Malva, ….).  E’ stata dimostrata l’efficacia di tali sostanze naturali nel inibire, direttamente o indirettamente l’infezione e/o l’adesione dei batteri alle cellule epiteliali del tratto urinario, riducendo il tasso di recidiva di infezioni alle basse vie urinarie e al sistema renale.

La soluzione nutraceutica per prevenire la pielonefrite

Cistinyx compresse è un integratore alimentare coadiuvante nei trattamenti dei disturbi a carico delle vie urinarie (IVU – Infezioni Vie Urinarie – prevalentemente causate da Escherichia Coli e S. Aureus ma anche Gardnerella vaginalis, Prevotella, Peptostreptococcus e altri): candidosi, vulvodinia, uretrite, prostatite, batteriuria, vaginosi batterica e in particolare della cistite nelle sue diverse forme: cistite batterica, cistite post-coitale, cistite interstiziale, cistite ricorrente, cistite in peri-menopausa e post-menopausa, cistite da stipsi, cistite recidivante.

La composizione sinergica degli ingredienti che lo compongono permette di ottenere una ottimizzazione della sua efficacia per il benessere delle vie urinarie. La sinergia si sviluppa tramite l’azione combinata di N-Acetilcisteina, che favorisce il disgregamento del biofilm protettivo di cui si rivestono i batteri (E. Coli e S. Aureus ), del D-Mannosio e delle PAC del Mirtillo Rosso (proantocianidine) che si legano alle “adesine“ dei batteri impedendo che si attacchino ai tessuti e favorendone la fuoriuscita tramite lo svuotamento della vescica, all’azione antisettica dell’Uva Ursina e all’azione lenitiva della Malva.

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