I numeri della cistite
La cistite colpisce 30% delle donne e 38% delle cistiti sono ricorrenti
Circa 30% della popolazione femminile italiana (circa 10 millioni di donne) sperimenta almeno un episodio di cistite nella propria vita (4 volte più frequentemente degli uomini), molto bassa nell’età prepuberale mentre con l’inizio dell’attività sessuale e le gravidanze aumenta, e continua ad aumentare dopo la menopausa. Inoltre le reinfezioni sono più frequenti con l’aumentare dell’età della paziente. Sulla popolazione colpita, circa il 38% ( circa 3,8 millioni di persone) è affetto da cistite ricorrente (cistite cronica). Percentuali notevoli e, malgrado ciò, verosimilmente sottostimate, poiché si ritiene che il 50% dei casi di cistite non arrivi neppure all’attenzione del medico.
La cistite è dovuta ad una infezione batterica nel 90% dei casi
Poco diffusa è la conoscenza relativa alle principali modalità con cui si entra in contatto con i batteri uropatogeni: rapporti sessuali non protetti e igiene intima non corretta (90%) e sulla la possibilità di fare prevenzione (30% delle donne lo ignora). Le circostanze in cui subentra una condizione di squilibrio batterico nell’intestino (disbiosi) favoriscono la proliferazione dei batteri patogeni. Questi, capaci di compiere spostamenti relativamente lunghi grazie alla presenza di fimbrie (strutture simili a flagelli), giungono nella vescica attraverso l’uretra attraverso un fenomeno noto come traslocazione batterica, con una infezione dal basso verso l’alto. Tra questi quello più frequentemente responsabile della cistite è l’Escherichia coli (80% dei casi) poi, lo Staphylococcus saprophyticus, la Klebsiella pneumoniae e il Proteus mirabilis, responsabili di circa il 4% dei casi.
Solo nel 5% dei casi i batteri patogeni raggiungono le vie urinarie per via interna dalla circolazione sanguigna.
Più raramente la cistite è causata da virus (cistite emorragica da Adenovirus, Citomegalovirus) o da funghi (Candida albicans).
La cistite ricorrente è dovuta nel 60% dei casi alla vita sessuale
Circa il 60% delle infezioni urinarie ricorrenti compaiono 1 o 2 giorni dopo il rapporto sessuale (cistite post-coitale). Il rischio di cistite aumenta di 3-4 volte il secondo giorno dopo il rapporto, sia nell’età fertile che in menopausa. I batteri uropatogeni che provocano la cistite fanno parte della flora intestinale. La normale flora batterica dell’area periuretrale, vulvare e perineale viene rimpiazzata da batteri uropatogeni a causa della contaminazione con la flora intestinale provocata sopratutto dal rapporto sessuale. Gli uropatogeni colonizzano la vagina e l’uretra e successivamente ascendono nella vescica e causano l’infezione. Il meccanismo di propagazione è lo stesso, sia per le cistiti sporadiche che per quelle ricorrenti.
Cistite interstiziale in meno di 1% dei casi di cistite
L’incidenza della cistite interstiziale non è nota, ma il disturbo sembra essere più diffuso di quanto si pensasse una volta: i soggetti di razza bianca sono più predisposti, è più alta nei paesi nordici e il 90% dei casi si verifica nelle donne (rapporto maschio-femmina è 1:9). La prevalenza è tra 10 e 510 per 100.000 abitanti (meno di 1% delle cistiti totali). Si tratta di un’infiammazione non infettiva della vescica dovuta a cause ancora non chiare e quasi certamente di origine multifattoriale. È stato osservato che la cistite interstiziale è spesso associata alla fibromialgia. Fra i fattori scatenanti la cistite interstiziale è possibile includere il parto, l’abitudine a cibarsi di alimenti acidi, recenti interventi chirurgici nell’area pelvica, pregresse cistiti batteriche. Lo stress fisico ed emotivo può determinare riacutizzazioni della sintomatologia.
La cistite colpisce 50% dei pazienti dopo una radioterapia in zona pelvica
La cistite da farmaci è questa forma di infiammazione vescicale correlata ad un trattramento per chemioterapia per il trattamento di un tumore. Viene consigliato ai pazienti in chemioterapia di bere molta acqua per lavare la vescica e ridurne l’irritazione.
La cistite in seguito a radioterapia diretta all’area pelvica (trattamento dei tumori di prostata, vescica, utero, ovaie e apparato gastroenterico) colpisce circa il 50% dei pazienti trattati.
Le cellule della mucosa vescicale si caratterizzano da una attiva duplicazione (caratteristica che condividono con le cellule tumorali), che fisiologicamente consente un rapido ricambio del tessuto a contatto con il flusso di urina. L’effetto della chemioterapia e della raditerapia in zona pelvica è pertanto quello irritante della mucosa vescicale, che diventa permeabile ai batteri responsabili della cistite. I sintomi sono quelli tipici della cistite batterica.
Solo 13% delle donne sanno che una dieta sana è importante per la cistite
Soltanto il 13% delle donne italiane è consapevole che una dieta sana ed equilibrata, ricca di frutta e verdura fresca, carni bianche e pesce, limitando il consumo di alcol, di bevande contenenti caffeina, formaggi, cioccolato, dolci e spezie piccanti, può aiutare a contrastare le infezioni urinarie. Bere oltre 2 litri di acqua o tisane al giorno, lontano dai pasti, a piccole dosi ripetute aiuta a urinare spesso evitando il ristagno dell’urina nella vescica e il proliferare dei batteri patogeni.
Una cura antibiotica è inappropriata in 40% dei casi di cistite
La terapia antibiotica risulta essere quella più prescritta dal medico soprattutto per la fase complicata della malattia, ma non è priva di effetti collaterali, e l’antibiotico resistenza che sta diventando una vera e propria emergenza sanitaria a livello mondiale ne è diventato una consequenza importante. I dati ufficiali rivelano che 40% delle cistiti vengono trattate facendo uso inappropriato di antibiotici.
In forte ascesa invece risultano gli integratori alimentari contenenti il D-mannosio e il mirtillo rosso, aiutati da altre sostanza naturali, come la N-acetilcisteina e l’uva ursina: queste sostanze naturali hanno dimostrato di poter svolgere una forte attività anti-infettiva e inibire i batteri che sono alla base dell’insorgenza della cistite batterica. Inoltre vengono consigliati dalle Linee Guida dell’Associazione Europea di Urologia sia come trattamento preventivo della cistite ricorrente sia per trattare una cistite non complicata in corso.
La soluzione nutraceutica alla cistite
Cistinyx compresse è un integratore alimentare coadiuvante nei trattamenti dei disturbi a carico delle vie urinarie (IVU – Infezioni Vie Urinarie – prevalentemente causate da Escherichia Coli e S. Aureus ma anche Gardnerella vaginalis, Prevotella, Peptostreptococcus e altri): candidosi, vulvodinia, uretrite, prostatite, batteriuria, vaginosi batterica e in particolare della cistite nelle sue diverse forme: cistite batterica, cistite post-coitale, cistite interstiziale, cistite ricorrente, cistite in peri-menopausa e post-menopausa, cistite da stipsi, cistite recidivante.
La composizione sinergica degli ingredienti che lo compongono permette di ottenere una ottimizzazione della sua efficacia per il benessere delle vie urinarie. La sinergia si sviluppa tramite l’azione combinata di N-Acetilcisteina, che favorisce il disgregamento del biofilm protettivo di cui si rivestono i batteri (E. Coli e S. Aureus ), del D-Mannosio e delle PAC del Mirtillo Rosso (proantocianidine) che si legano alle “adesine“ dei batteri impedendo che si attacchino ai tessuti e favorendone la fuoriuscita tramite lo svuotamento della vescica, all’azione antisettica dell’Uva Ursina e all’azione lenitiva della Malva.
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