La PEA è un composto endogeno appartenente alla famiglia delle N-acetiletanolammine, che fu isolato per la prima volta nel 1957 dal tuorlo d’uovo, olio di arachide e dalla lecitina di soia. Successivamente è stato isolato nel 1965 nei tessuti dei mammiferi e, negli anni ’90, Rita Levi Montalcini ha posto l’attenzione su questa molecola rivelandone potenti effetti antinfiammaatori e antidolorifici.

La Palmitoiletanoamide è una molecola prodotta dall’organismo tramite un processo simile a quello usato per la sintesi di una molecola chiamata anandamide, un neurotrasmettitore che interagisce con i recettori cannabinoidi nel sistema nervoso centrale e periferico.

Da studi clinici la palmitoiletanolamide (PEA) si è rivelata un’utile alleata per la gestione del dolore date le sue proprietà analgesiche e antinfiammatorie e per questo trova impiego nel trattamento del dolore neuropatico. Inoltre, è possibile riscontrare anche una buona attività in merito al trattamento della depressione e in caso di disfunzioni endoteliali causare da ipertensione oculare.

Uno dei primi benefici identificati e successivamente associati all’attività della PEA è stata l’abilità di ridurre la degranulazione dei mastociti, ossia cellule in grado di rilasciare istamina, coinvolta nella manifestazione dei fenomeni infiammatori. Successivamente sono stati evidenziati i vari target terapeutici, che includono una serie di molecole tra cui PPAR-α, recettori CB2-like e COX-2. La prima, PPAR-α, rappresenta un fattore di trascrizione di geni coinvolti nel metabolismo di proteine pro-infiammatorie e responsabili di fenomeni di stress ossidativo. È stato dimostrato che gli effetti antinfiammatori di PPAR-α possono essere spiegati dall’abilità di questa molecola di bloccare il fenomeno infiammatorio, impedendo a sua volta l’attivazione del rilascio di altre molecole infiammatorie tra cui NF-kB, TNFα e interleuchine 1 e 6.

In linea generale la palmitoiletanolamide risulta essere ben tollerata dall’organismo con effetti collaterali rari che includono disturbi del tratto gastrointestinale, nausea e diarrea,

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7432736/

L’approccio nutraceutico alle Neuropatie Periferiche e un aiuto quotidiano per contrastare il Decadimento Cognitivo

L’approccio nutraceutico di NEURONYX si basa da un lato sulla conoscenza scientifica aggiornata dei processi naturali neurodegenerativi e dei meccanismi del normale decadimento cognitivo del cervello per invecchiamento ossidativo, da un’altro lato sui processi di percezione del dolore, e da un altro ancora sui processi di neuroprotezione delle cellule nervose.  L’azione di NEURONYX diventa quindi un supporto concreto sia che si debba affrontare uno stato acuto ovvero, nel caso specifico, una neuropatia periferica, ma anche un valido alleato in termini di prevenzione e conservazione del benessere neuronale rallentando il decadimento cognitivo.

NEURONYX è un integratore alimentare innovativo a base di L-ACETILCARINITINA, PEA (Palmitoiletanolamide), CITICOLINAACIDO ALFA LIPOICO.

I principi attivi selezionati e dosati nella formula di NEURONYX sono stati scelti sulla base delle conoscenze scientifiche (studi clinici) per ottenere una ottimizzazione della sua efficacia per la salute della guaina mielinica e, in generale, di tutto il sistema nervoso. Gli studi clinici sui principi attivi che compongono NEURONYX dimostrano scientificamente la loro utilità in caso di neuropatie periferiche (neuropatia diabetica, neuropatie da compressione, neuropatia alcolica, neuropatia autoimmune e neuropatie ereditarie), per i dolori legati al malfunzionamento del sistema nervoso tra cui alcune patologie del sistema urinario (vulvodinia, vestibolodinia e nevralgia del pudendo) e per il lato neurologico della sindrome fibromialgica.

L’approccio nutraceutico alla degenerazione cellulare è sicuramente il modo migliore per proteggere le cellule nervose dall’invecchiamento ossidativo e per limitare l’insorgere delle patologie ad esso correlate.

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